Non è stato facile decidere quale percorso fare per la risalita verso Mashad, cioè verso il Turkmenistan, perché il deserto mi incute un certo timore considerando le temperature di questo periodo e l’incognita della condizione della strada. E poi a chiunque abbia chiesto informazione sul percorso m ha sempre sconsigliato.
Parto per Yadz, infondo sono solo 200 km di deserto e da lì riprendere la strada principale per Teheran e poi Mashad.
Il caso ha voluto che proprio mentre stavo per imboccare la via per Yadz vedo arrivare da lontano tre motociclisti con il faro acceso (segno distintivo di stranieri). Erano proprio i tre fiorentini che avevo conosciuto in Kurdistan: Daniele, Francesco e Roberto. Mi ha fatto grande piacere rivederli se non altro perché viaggiare con altri in certe situazioni do un certo conforto.
Dopo grandi saluti e racconti su quello che avevamo fatto nei giorni scorsi, siamo partiti alla volta di Yadz. Naturalmente loro avanti a me perché con le loro moto monster vanno molto più veloci.
Le condizioni della strada sono davvero buone, a tratti è una autostrada. Piacevole sorpresa. Il caldo aumenta ma ancora abbastanza sopportabile in vespa. Fortunatamente ogni 40-50 km ci sono dei villaggi dove si può bere qualcosa di ghiacciato e volendo fare rifornimento di carburante. In fondo non è poi così deserto questo deserto. Il paesaggio nei lunghi tratti di pianura è molto monotono, angosciante, ma diventa affascinante appena si sale in montagna, con le rocce che cambiano continuamente di colore e in lontananza si vedono minuscoli villaggi di pastori che vivono in case di fango e paglia. Evidentemente lì c’è un po’ d’acqua.
Dopo 200 km di saliscendi arrivo in vista di Yadz, laggiù in pianura. Ora la temperatura è davvero atroce, 120 gradi F.
Yadz è una bella città, Ha conservato intatto il vecchio centro storico da oasi del deserto, con i suoi vicoli stretti e le case di fango. Una bella caratteristica di queste abitazioni sono le torri del vento, con le quali riescono a catturare ogni minimo refolo d’aria che passando attraverso una serpentina di tubi di acqua fredda diminuisce di temperatura e scende verso il basso nelle case. Un ingegnoso sistema di aria condizionata senza consumo di energia. E funziona davvero bene!!
Mi piace questa città, senz’altro la cosa più bella che ho visto sinora. Naturalmente facendo finta che non esista la parte moderna che è brutta come dappertutto.
Anche l’albergo è interessante : è stato ricavato da un’antica casa e ha un patio interno molto fresco, pieno di piante e fiori. Il tutto ristora molto dalla fatica del primo giorno di deserto.
Nessun commento:
Posta un commento